“Il libro non è la spiegazione o la documentazione di un’opera d’arte esistente o esistita altrove. Il libro è l’opera“. Così scrivevano Daniela Palazzoli e Renato Barilli nel testo introduttivo alla mostra dei libri d’artista da loro curata nell’ambito della 36esima Biennale di Venezia del 1972. A oltre 40 anni di distanza, questa frase è la presentazione ideale della mostra Bookhouse. La forma del libro che il Marca di Catanzaro dedica dal 4 maggio al 6 ottobre a questo oggetto e su cui si confrontano oltre 50 artisti: da Claes Oldenburg a Michelangelo Pistoletto, da Anselm Kiefer a Pier Paolo Calzolari, daWilliam Kentridge a Enzo Cucchi, passando da Jannis Kounellis a Mimmo Paladino. La mostra del Marca, però, si svincola dall’ipotesi del libro d’artista per orientarsi invece verso un’estensione dell’opera d’arte dove il libro diventa scultura, installazione o ambiente, con la rassegna che arriva ad aprirsi a tutti gli spazi del museo (particolarmente suggestiva la cascata di libri dell’artista spagnola Alicia Martin che accoglie il visitatore), fino a entrare nel cuore della città con due grandi sculture diGiuseppe Spagnulo e Mark Dion.

La rassegna si tiene anche nella straordinaria area archeologica di Scolacium, sulla costa ionica, a soli 10 chilometri dal centro della città, e riserva un’occasione rara per conoscere l’antica città di Minervia Scolacium con la sua basilica normanna, il foro, il teatro romano che poteva accogliere 5 mila spettatori, circondati da un uliveto fra i più estesi del Mezzogiorno.

 

 

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