.In seguito all’andamento esponenziale dei contagi da Covid – 19, il Consiglio dei Ministri nella giornata del 5 Marzo 2020 ha varato un decreto contenente norme e direttive a cui ogni singolo cittadino oggi più che mai deve attenersi per cercare di contenere un fenomeno che in poco tempo (pochissimo nel nostro caso) potrebbe mettere in ginocchio un intero paese.

La chiusura delle scuole, da molti ritenuta una misura esagerata e impropria, è invece secondo il parere di autorevoli esponenti del mondo della scienza, nonché sulla base delle misure contenitive messe in atto dalla Cina e dalla Corea del Sud (uniche a precederci per numero di contagi), uno degli strumenti che in un semplice rapporto costo – beneficio potrebbe risultare tra i più efficaci. Ovviamente la chiusura delle scuole, luogo di aggregazione con cui ogni giorno entrano in contatto non solo studenti e docenti, bensì per ognuno di loro indirettamente, e direttamente nel caso dei più piccoli, anche gli altri componenti del nucleo familiare, non può da sola essere una misura contenitiva che nell’immediato ci permetterà di debellare quella che è una delle epidemie a più rapido contagio degli ultimi decenni. E’ infatti necessario che ad essa seguano una serie di comportamenti e premure che ognuno di noi deve impegnarsi a seguire, nel rispetto delle persone che ci stanno a fianco e dell’intera comunità. Oltre alle norme igienico sanitarie che oramai da giorni ci vengono ripetute da addetti ai lavori e non, e che dovremmo quindi conoscere a memoria, è fondamentale tentare di modificare alcune proprie abitudini e attenersi alle direttive suggerite dalle istituzioni sanitarie: di fondamentale importanza è infatti evitare di partecipare attivamente alla vita sociale cui siamo da sempre abituati, soprattutto per ciò che concerne azioni e uscite non prettamente necessarie; se questo infatti è vero e utile per tutelare la salute di tutti e fare in modo che non si creino aggregati di gente che sarebbero terreno fertile per un rapido contagio, ancor più vero è che tali misure devono essere adottate con più rigore da chi è entrato o entra in contatto con persone o aree a rischio.

Proprio per questo il ‘ritorno in patria’ di massa che da giorni sta colpendo la nostra Regione preoccupa le istituzioni, che non avendo i mezzi per contenere e controllare questo ‘fenomeno migratorio’, si appellano a quella che deve essere la responsabilità civile di ognuno: comunicare tempestivamente e telefonicamente il proprio arrivo dalle zone ad alto rischio e rispettare la quarantena fino a diversa indicazione dalle autorità sanitarie competenti sono dei piccoli sacrifici necessari per evitare di mettere a rischio le persone più fragili (anziani, malati cronici, immunodepressi) e soprattutto per evitare di affollare e affossare un sistema sanitario regionale che vive una crisi oramai conclamata in condizioni di semplice ‘quotidiana normalità’ e che collasserebbe in breve tempo di fronte ad una richiesta numericamente insostenibile.

Affidiamoci dunque alla scienza e al buon senso: la vita del nostro vicino vale molto di più di qualche giorno passato in casa tra divano e tv.

Francesco Stranges

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