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Secondo l’intesa siglata questa sera in Prefettura il personale delle unità non oncologiche sarà gestito da una società in house a capitale pubblico

I fischi di contestazione si trasformano in liberatorie manifestazioni di gioia. Anche se c’è chi non ci crede, la “Fondazione Campanella” è salva. E questa volta sul serio. I pazienti del polo oncologico, che questo pomeriggio erano in piazza Prefettura assieme ai quasi trecento lavoratori che da cinque mesi non ricevono lo stipendio con prospettive occupazionali incerte per il futuro prossimo venturo, da domani mattina potranno riprendere serenamente le cure e terapie. Come sempre, avendo al proprio fianco quei 270 lavoratori, medici, infermieri e operatori, che da settimane difendono con i denti professionalità e diritto all’assistenza di migliaia di malati oncologici. Nessun posto di lavoro andrà perso. Questo è l’impegno siglato – sotto l’occhio vigile del prefetto Raffaele Cannizzaro che con la propria sensibilità ha portato un contributo determinate alla risoluzione della vertenza – dal sindaco di Catanzaro Sergio Abramo, dal presidente della Giunta regionale, Peppe Scopelliti, dal rettore dell’Università “Magna Graecia” professor Aldo Quattrone, dai sub commissari per l’attuazione del piano di rientro per la sanità, generale Luciano Pezzi e Luigi D’Elia, dal dirigente generale del dipartimento regionale Tutela della salute, oltre che dal presidente della Fondazione Tommaso Campanella, Paolo Falzea;  dal rappresentante dell’Azienda ospedaliere Mater Domini, il direttore generale Florindo Antoniozzi, e dal direttore generale dell’Asp, Gerardo Mancuso. Un lungo ed estenuante pomeriggio di confronto, partito alle 16 con l’arrivo dei “big” istituzionali che si fanno largo tra la rabbia e i fischi di due ali di folla inferocita. Ore di discussioni, limature tecniche da incastrare, trattative estenuanti nel corso del quale non sono mancate tensioni, che si leggono in particolare sui visi tirati del primo cittadino e del governatore, superate nell’interesse superiore del diritto alla salute di migliaia di calabresi e di decine di famiglie che con la eventuale chiusura della Campanella sarebbero sprofondate nel baratro della disperazione economica e del disagio sociale.

Fonte: www.catanzaroinforma.it

 

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